giovedì 17 novembre 2016

L'AUSPICIO

Questa non vuole essere una conclusione, un finale volto a dimostrare con risposte certe, chiare, tesi o pensieri agli altri appassionati, al contrario vuole essere l’auspicio dal quale nasca un dialogo, dove ognuno porti ciò che ha di suo, con qualsiasi idea o mezzo.
Vuole essere l’auspicio di un appassionato che sente di dover ricevere gratificazione dall’impegno nel sostenere ciò a cui crede, senza chiusure, ma con la possibilità di crescere offerta dal dialogo con le altre persone, come è possibilità di crescita il sistema dei trasporti che unisce la gente.
Sono molte le riflessioni che potremmo fare ripensando agli argomenti citati nelle pagine precedenti, ma limitandosi a due di questi potremmo citare per primo il periodo storico nel quale è nato e si è affermato l’automezzo pesante, il camion. Questo nella prima metà del novecento dove le due guerre mondiali rappresentano il male, la violenza degli uomini e, di contro, nello stesso periodo, le grandi capacità tecniche e scientifiche degli stessi, che procedevano parallelamente, come a voler dimostrare le paradossali contrarietà dell’essere umano.
Infatti sembra che tanto progresso, rappresentato anche da questi autoveicoli, sia figlio dei periodi bellici perché, logicamente, un paese in conflitto vede bloccarsi la vita civile impegnandosi totalmente con persone e industrie in un unico fine, e impiega, come nel caso dei camion, tutta la sue produzione per l’uso agli eserciti. Perciò questo periodo, con la sua singolarità, ha visto da una parte i popoli affrontarsi in conflitti mai così estesi e cruenti e, dall’altra parte lo svilupparsi di scienza e tecnologia poi portatrici di benessere rivolto alle grandi masse di popolazione, le quali cambiarono il loro modo di vivere e di pensare trovando un nuova vita migliore.
Con questo mi viene spontaneo chiedermi quanto potrebbe essere stata più produttiva e progressista quella prima metà del novecento se non avesse accolto i due conflitti mondiali.
Il secondo argomento al quale vogliamo riconoscere importanza è, riguardo al settore dei trasporti in senso globale, l’ultimo nato tra i mezzi o le macchine utilizzate per trasportare merci e persone, quello considerato da tutti i popoli la novità che avrebbe soppiantato qualsiasi sistema di trasporto e al quale le nazioni si sono rivolte per soddisfare gli spostamenti per le loro economie, alla fine debba fare un passo indietro, come tutte quelle novità che dapprima sembrano poter risolvere qualsiasi problema ma poi doversi ridimensionare a rispetto di giusti equilibri. Anche il trasporto su gomma, se vorrà contribuire razionalmente al bene dell’umanità, sarà necessario che si integri sia con le ferrovie che con le navi e gli aerei, da qui il nuovo della logistica. Le moderne navi in grado di saper accogliere i mezzi numerosi, solcando velocemente le autostrade sull’acqua facendo diminuire costi e inquinamento e aumentando la sicurezza sulle strade, portando un positivo contributo alla qualità della vita, come anche del lavoro dei camionisti manlevandoli dai pesanti turni di guida e facendoli contribuire con un uso più moderno dei loro automezzi. A questo possiamo aggiungere, se si integreranno modernamente i vari sistemi di trasporto, che ogni novità riguardante un mezzo trascinerà anche gli altri a seguirne la novità, dovendosi migliorare a loro volta in quanto, come già accade in altri paesi, non ci potrà più essere un anello debole in questa catena pena il fallimento di tutto il sistema di trasporto.
In questo lavoro, come riferimento principale, abbiamo fatto uso della parola “passione”, questo termine inteso non come classicamente accostato al significato di sofferenza o del dolore, ma bensì come attrazione della persona a quello che le interessa maggiormente per soddisfare anche le proprie ambizioni di lavoro e di organizzazione della vita, sfruttando le proprie attitudini per far rendere maggiormente i propri sforzi e le proprie fatiche. Penso che sia vivendo in un ambiente idoneo alla propria indole che si ottiene la gratificazione di noi stessi, eliminando quel senso di soggezione che, per esempio nell’ambiente di lavoro fa sentire insicuro, estraneo e dunque passivo, chi deve compiere qualsiasi attività che abbia bisogno appunto anche di iniziativa personale. Restaurare e continuare a far vivere gli automezzi pesanti, cioè autocarri e corriere, macchine ingombranti che, a differenza di motociclette e autovetture, per appunto il loro utilizzo a fine carriera sono sfruttati molto e perciò diventano carcasse sono soggetti a essere distrutti dalla fiamma ossidrica, al taglio delle lamiere, quindi senza alcuna riconoscenza alla distruzione. Un appassionato come me non accetterà mai per loro un destino così ingrato, è troppo intenso il legame che unisce questi autocarri alle persone che li usavano per lavorare, insieme hanno prodotto uno sforzo comune e, dunque, sarebbe come cancellare dalla memoria la fantasia e il lavoro che le persone del tempo hanno profuso per progettare e costruire quei mezzi con i quali hanno creduto e vissuto lavorando per assicurare soprattutto agli altri membri delle società un benessere e una vita migliori.


                    






















                        FIAT 690 N3





                                   FIAT 682 N2 2a Sr. anno costruzione 1959 


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